UNA COLLABORAZIONE TRA GALLERIA GRACIS E ZAMPETTI IMMOBILI DI PREGIO

La Zampetti Immobili di Pregio ospiterà per la prima volta una mostra d’arte intitolata “Alessandro Algardi, Le mie opere alla corte di re Mida”. L’evento, nato da un’idea di Gianluca Piroli e dalla collaborazione con Galleria Gracis che rappresenta l’artista milanese , segna il primo passo concreto della Zampetti nel mondo dell’arte. Altri partner sono Arsfolio, recente ma importante rivista d’arte e Milano Interiors. 

La mostra d’arte si inserisce in un contesto che, di per sé è parte integrante di una grande opera d’arte: tutto, negli spazi della Zampetti Immobili di Pregio, dagli elementi di arredo delle tre sale riunioni, dal grande salotto che accoglie i clienti e dalle stanze di soci e collaboratori, fino ai minimi e raffinatissimi dettagli, viene immediatamente percepito quale tocco artistico. L’arte, qui, si cela veramente nei luoghi più inaspettati e sorprendenti o negli oggetti che, talvolta, si danno per scontati. 

Ha scritto di lui Ubeir Peeters: «L’arte di Alessandro Algardi è viva. È facile scriverne poiché, nelle sue opere calligrafiche su tela, l’eleganza dei suoi quadri illeggibili è dominata dall’espressione nascosta delle sue idee. Nella sua scrittura pietrificata è possibile trovare un’eco e una sedimentazione di secoli di culture scritte. Una tela di Algardi, attraverso il suo campo innevato di idee, scrive di scrittura. La sua arte non potrebbe mai essere stata concepita prima del giorno in cui egli decise di fare un’allegoria dell’informazione digitale, che è il marchio della nostra era del computer». 

Alessandro Algardi, di origine milanese, ha cominciato la propria ricerca tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta all’interno dell’ambito di ricerca sulla scrittura e sulla grafia, traendo ispirazione dalle poetiche degli anni Sessanta di Piero Manzoni e Fontana. Da allora ha esposto in numerose collettive e personali in Italia ed all’estero tra cui tra cui ricordiamo “Libri e parole” allestita nel 1982 alla Biblioteca Nazionale di Madrid, “The artist and the Book in the Twentieth Century Italy” e al Museum of Modern Art di New York e nel 1992 con “Là dove si assentano le parole”, presso la Galleria Gracis di Milano (nel 2021/2022). 
Come Manzoni e Fontana Algardi lavora su tele monocrome. Il bianco o il nero sono i suoi colori preferiti su cui incide più volte sulla stessa riga diversi strati di scritture fino a renderne illeggibile il significato. Come per i suoi maestri, il suo lavoro comincia con l’azzeramento dell’estetica della pittura. Ma a differenza loro, l’introduzione del segno della grafia diventa elemento estetico, grafia non decifrabile e polisemica. Ambigua. L’analogia tra Algardi e Fontana è interessante. Fontana squarcia la tela e la brutalità incisiva dei suoi tagli rivela una ferita nella sua sensibilità che sembra meno evidente nell’opera di Algardi. Ma anche Algardi crea tele eruttive, dove i graffi, attraverso la superficie, esprimono la sua furiosa energia. L’immobilità delle pagine congelate è allora sostituita dalla rabbia di un gesto tormentato. 

Dice di sé l’autore: «Non ha senso sapere quale testo io abbia scritto, né tentare di decifrarlo. Non rivelo mai il contenuto della mia scrittura, che deve restare misterioso, enigmatico, impenetrabile: sara’ l’osservatore a decifrarlo, con le proprie conoscenze e sensibilità, a svelarne il mistero, un mistero che sarà sempre personale, unico, mai uguale a un altro».

L’esposizione delle opere è curata da Mary Bernocco, donna dalla personalità eclettica, “nata con la matita in mano”, docente di Interior design alla Essence Academy e titolare di Milano Interiors, nel cui showroom, situato sempre al civico 10 di via Leopardi, saranno esposte alcune opere dell’artista come parte integrante della mostra.

Dice di sé l’autore: «Non ha senso sapere quale testo io abbia scritto, né tentare di decifrarlo. Non rivelo mai il contenuto della mia scrittura, che deve restare misterioso, enigmatico, impenetrabile: sara’ l’osservatore a decifrarlo, con le proprie conoscenze e sensibilità, a svelarne il mistero, un mistero che sarà sempre personale, unico, mai uguale a un altro».

L’esposizione delle opere è curata da Mary Bernocco, donna dalla personalità eclettica, “nata con la matita in mano”, docente di Interior design alla Essence Academy e titolare di Milano Interiors, nel cui showroom, situato sempre al civico 10 di via Leopardi, saranno esposte alcune opere dell’artista come parte integrante della mostra.

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